(UN)VEILED
“Sometimes reality is the strangest dream of all.” (¹)
Eccoci qui, uno di fronte all’altro.
Che idea ti sarai fatto di me? Il mio volto, non lo vedi. Queste mascherine mi stanno enormi. Non si intuisce minimamente il mio viso. Avrai guardato come sono vestita, la corporatura, forse gli occhi. Nemmeno il mio profumo, puoi sentire.
Inizi a parlarmi e sono tesa, sforzatamente concentrata. Non riesco a intuire il tuo umore, a capire il tuo approccio nei miei confronti. Sposti lo sguardo frettoloso, come per evitare il mio, e aspetti che io dica qualcosa.
Inizio a parlarti e penso che devo essere più incisiva, più assertiva, più comunicativa. Non mi vedi. Che cosa ti arriva, di me? Non vedi le mie labbra muoversi, la mia espressione. I lineamenti che disegnano la mia storia. Forse dovrei parlare più forte? Chissà se mi senti bene. Il volto. Una mappa tutta da scoprire, così affascinante e misteriosa. Annullato, accartocciato, trasfigurato.
Hai l’aria stanca e nervosa, o almeno così sembra. Da come gesticoli, da come non hai nemmeno voglia di cercare i miei occhi. Ho la sensazione che le mie parole ti arrivino con scarsa efficacia. Neutre, incolore, impersonali. Chissà quanti ne vedi, ogni giorno, di occhi con queste strane cornici. E chissà come ti appaiono, questi occhi. Cercheranno, come i miei, di stabilire un contatto? Di compensare, con la loro amplificata attenzione, l’impossibilità di un incontro più trasparente e rassicurante?
Mi congedo. Scivola, silenzioso, quell’attimo innaturale in cui si salta, per questioni igieniche, la stretta di mano.
Esco, e una volta in strada mi sfilo la mascherina. Respiro forte. Sono io, sono scoperta.
Ora, però, sono lontana da tutti.♦
¹ Citazione dal film Blow up, di Michelangelo Antonioni.
² Immagine fotografata presso la mostra “Misfits” di Markus Schinwald.