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IMMAGINI E PAROLE

08/01/2019

Avete visto il film “Words and Pictures”? Juliette Binoche, nel film un’artista figurativa, e Clive Owen, un docente di letteratura, si confrontano per capire se siano più potenti le parole o le immagini.

Io, da fotografa, sicuramente ho già una preferita scelta espressiva. Ma da amante della letteratura, della scrittura e della combinazione di mezzi espressivi, mi piace interrogarmi sull’interazione di questi due strumenti e metterli a confronto.

Come la danza, la pittura o altre forme d’arte, la fotografia rappresenta già di per sé un canale espressivo molto forte, alternativo all’uso delle parole.

“[…] se la devi spiegare non è venuta bene”

diceva il fotografo Ansel Adams, paragonando la buona riuscita di una fotografia alla buona riuscita di una barzelletta.

Saper leggere o commentare una fotografia da un punto di vista compositivo o espressivo è in realtà molto importante, soprattutto in un contesto formativo. E se ci addentriamo in ambiti di marketing e buona condotta social, veniamo istruiti ad accompagnare le nostre immagini con testi, più o meno brevi, per guidare il pubblico alla comprensione di quanto viene mostrato. Gli stessi hashtag, sono gruppi di parole che identificano il contenuto e l’intenzione dell’immagine postata, e facilitano le ricerche tematiche.

 

© Raffaela Bicego

© Raffaela Bicego

 

Siamo perciò abituati, ormai, alla presenza di un testo guida che accompagna le immagini che vediamo. Ma è davvero sempre necessario? O in alcuni casi casi il testo può essere un elemento distraente che svia dalla personale interpretazione dell’immagine? Avete presente quando si va a una mostra, e si legge la spiegazione dell’opera prima di iniziare a osservarla? Io tendo sempre a fare il contrario. Prima guardo l’opera, e in un secondo momento cerco informazioni sulle intenzioni dell’autore, la collocazione storica o i soggetti. Mi sembra, così, di poter vivere l’esperienza di quello che vedo senza condizionamenti – se non quelli, inevitabili, della mia mappa personale.

E se poi interpretiamo un’immagine in modo scorretto? Chi può decretare se c’è un “giusto” o uno “sbagliato” nell’interpretare un’immagine?

“La maggior parte delle fotografie ti sfuggono nel momento in cui le scatti, il che significa che non c’è modo di sapere di preciso quali ne saranno le conseguenze, né a che punto acquisteranno un senso compiuto. ”

(Henri Cartier-Bresson)

Vi è mai capitato di innamorarvi di un’immagine irrazionalmente, senza conoscerne l’autore o la storia? Pensiamo al fenomeno Vivian Maier, ad esempio, che rimane così affascinante e intrigante proprio perché avvolto nel mistero. Il suo lavoro ha suscitato un interesse senza precedenti tra il pubblico come sui media.

Vi sono artisti il cui lavoro combina immagini e testi. È il caso, ad esempio, di Barbara Kruger, artista concettuale statunitense la cui arte ha una grande potenza comunicativa. Quando volete veicolare un messaggio per il pubblico, quanta importanza attribuite al testo e quanta invece all’immagine con cui scegliete di accompagnarlo?

Come sempre il mio è un invito aperto alla riflessione e alla condivisione, e se vi va potete postare i vostri commenti nello spazio qui sotto 🙂

A presto con nuove news e appunti fotografici dal blog!

"Words and Pictures"

FINDING YOUR FEET
Quando cadere al buio diventa fondamentale per ricominciare.
SUR-FACE
La superficie che non è superficiale: immagini e riflessioni su qualcosa che ci "tocca" da molto vicino.
UN MOVIMENTO, E UN SENTIMENTO
Di passo, in passo: con Carlo Carcano a parlare di tango, musica, ricordi e nuovi progetti.

    2 Comments

  • Reply

    Sono dell’idea che immagini e parole possano rappresentare una modalità tutta nuova per leggere l’immagine stessa. Come fosse una nuova interpretazione di ciò che si è visto. Ma sono di parte, adoro le parole.

    • Raffaela 14/01/2019
      Reply

      Abbiamo bisogno sia di parole che di immagini. Ed esiste una comunità di intenti in queste forme d’arte. Gli scrittori, come gli artisti, prendono quello che vediamo ogni giorno e lo trasportano fuori dall’ordinario. Attraverso l’arte usciamo da noi stessi e conosciamo un’altra percezione dell’universo. (dall’ultima sequenza del film “Words and Pictures” di Fred Schepisi) Grazie Gigliola per aver condiviso il tuo commento! 🙂

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